La fedele riproduzione della “natura” dell’elemento dentale è una delle sfide più avvincenti dell’odontoiatria.

Oltre alla riproduzione della forma, della dimensione e della struttura superficiale del dente il colore rappresenta un parametro chiave per mimetizzare le nostre ricostruzioni protesiche in modo naturale e realistico.

La scelta del colore è un passaggio importante ma allo stesso tempo molto complesso.

Il dente naturale è composto da diverse tipologie di sostanze come ade esempio la dentina e lo smalto che, combinate e sovrapposte tra loro, determinano non solo il colore del dente ma tutte le sfumature e le trasparenze dell’elemento naturale.

La dentina e lo smalto hanno caratteristiche fisiche e ottiche molto diverse.

Lo smalto, con le sue caratteristiche di trasparenza trasmette la luce alla dentina che, per mezzo delle sue proprietà di opacità e diffusione, attraverso i tubuli dentali, completa la composizione del colore del dente. Una varietà cromatica che cambia da individuo ad individuo e che rende il rilievo del colore, e la riproduzione di un dente naturale nella sua essenza cromatica, un compito piuttosto complicato.

Anatomia del dente e metodi di rilevamento

Il rilievo del colore in odontoiatria può essere effettuato, fondamentalmente con due metodologie.

Quella tradizionale che si basa sull’impiego e l’utilizzo di una scala colore oppure, in alternativa, è possibile procedere con l’utilizzo delle più recenti tecnologie digitali in termini di colorimetria e spettrofotometria digitale.

ricostruzioni in odontoiatria estetica.

Quel’è quindi il metodo più affidabile per il rilievo del colore dentale?

A questa domanda hanno provato a rispondere diversi gruppi di studio, e sembra abbastanza univoco il risultato dei vari studi prodotti.

Proviamo a spiegare come si può procedere al rilievo del colore con i differenti metodi per dare una risposta semplice ed esaustiva.

Il primo dato da rilevare è che le scale cromatiche, “scale colori” in gergo tecnico, sono ancora oggi tra i metodi di riferimento visivo più utilizzati, nelle fasi preliminari, nello studio del caso, e nelle fasi finali quando è richiesto un controllo accurato della corrispondenza cromatica.

In questo caso la percezione del colore stesso è affidata alla percezione visiva dell’operatore e alla valutazione finale del paziente.

Quali sono le caratteristiche dei denti naturali?

Sostanzialmente i denti anteriori sono caratterizzati da una tinta più chiara, tendente a sfumature di giallo, rispetto agli elementi dentali dei quadranti posteriori.

I due incisivi centrali sono caratterizzati da una luminosità superiore ai canini che risultano, nella media, meno luminosi e con caratteristiche cromatiche più accentuate.

In natura non esiste un dente uguale all’altro, ogni elemento dentale ha una sua caratteristica individuale che lo rende unico. Ogni dente è caratterizzato da zone più luminose e traslucenti che si contrappongono ad altrettante zone di maggior opacità e intensità cromatica.

La zona anatomica del dente che evidenzia la maggior intensità cromatica è individuabile nel terzo medio, mentre la zona incisale è caratterizzata da una maggior trasparenza e traslucenza.

La porzione incisale del dente subisce l’effetto cromatico dello sfondo scuro della cavità orale, questo effetto è causato proprio dalla trasparenza ed enfatizzato dallo spessore e del dente nella zona incisale.

La porzione cervicale del dente, nonostante il suo maggior spessore, può subire una interferenza cromatica dovuta alla diffusione della luce proveniente dal tessuto gengivale. Questa differenziazione cromatica, tra le varie porzioni del dente, potrebbe essere interpretata come la presenza di un gradiente cromatico che varia dalla zona incisale a quella cervicale.

Lo spessore del dente, la composizione delle sostanze tessutali, quali lo smalto, la dentina e la polpa conferiscono il colore dell’elemento stesso.

Come accennato in precedenza ogni sostanza che compone il dente possiede proprietà ottiche differenti.

Esaminando questi elementi individualmente possiamo rilevare che la dentina è il tessuto che conferisce il colore al dente. A seconda della zona anatomica del dente, la dentina, può assumere caratteristiche di diffusione della luce all’interno del dente stesso, rendendolo più luminoso e tralucente.

L’opacità della dentina primaria è generata dalla diffrazione della luce creata dai tubuli dentinali e varia da un elemento all’altro.

Il rilevamento del colore è un’operazione piuttosto complessa che deve essere eseguita in modo accurato e preciso. Si potrebbe tranquillamente affermare che la registrazione del colore del dente altro non è che una valutazione diagnostica dei parametri cromatici dell’elemento dentale naturale.

La mappatura cromatica del dente, attualmente, può essere rilevata con tre sistematiche differenti: il metodo tradizionale visuale, il metodo visuale assistito e infine il metodo tecnologico.

Il metodo tradizionale o visuale si applica attraverso l’utilizzo di scale colore. La scala colore è una palette di campioni dentali in ceramica o materiale sintetico che variano cromaticamente tra di loro.

Posizionati su un supporto che li accoglie in appositi alloggiamenti codificati numericamente, hanno un riferimento cromatico che varia in modo sequenziale dal più chiaro al più scuro. Ogni singolo campione può essere estratto dal supporto numerato per essere accostato al dente naturale per verificane la somiglianza cromatica.

Con l’ausilio di una fotocamera digitale è possibile trasferire al laboratorio odontotecnico le informazioni cromatiche strutturali e dimensionali del dente.

Le scale colori di riferimento universale sono la Vita Classica (Vita Zahnfabrik) e la Vita Lumin Vacum che si compone di 16 campioni che si estendono dalla tinta A1 (la più chiara) alla tinta D4 (la più scura).

Un’evoluzione a queste scale è la Vita 3D Master che si compone di 29 campioni suddivisi in 6 gruppi per valore e croma. La scala 3D Master a sua volta ha visto due successive versioni modificate dal produttore al fine di implementare ulteriormente la precisione nel rilievo del colore.

Una versione personalizzata della scala colori può essere confezionata dall’odontotecnico con gli stessi materiali che prevede di utilizzare nella ricostruzione protesica.

Il metodo di rilevamento del colore, misto, visuale e assistito prevede l’impiego di strumenti RGB (Red Green Blue) come ad esempio la fotocamera digitale oppure una videocamera appositamente ottimizzati per uso dentale. Questa tecnologia prevede l’acquisizione dei singoli canali Rosso, Verde e Blu che opportunamente rielaborati forniscono un’immagine a colori. Per mezzo di software di elaborazione fotografica e grafica (Adobe per esempio) l’immagine acquisita potrà essere analizzata.

Il metodo tecnologico si avvale di apparecchi digitali specifici per l’analisi e la misurazione del colore. Una metodica di rilevamento del colore che si pone l’obiettivo di superare i limiti del sistema tradizionale, particolarmente vincolato alla soggettività dell’operatore.

Fondamentalmente gli strumenti impiegati per questo scopo sono di due tipi, i colorimetri e gli spettrofotometri.

Il colorimetro è uno strumento che attraverso sensori dotati di filtri colorati rilevano le lunghezze d’onda fornendo i valori del rosso del verde e del blu. Sostanzialmente i colori percepiti dall’occhio umano

Questi strumenti hanno un costo relativamente contenuto e abbordabile ma non sono indicati per un’analisi complessa del colore dentale. Soffrono si alcuni limiti nell’interpretazione del colore come ad esempio nei casi di metamerismo.

Alcuni modelli sono in grado di realizzare la scansione puntiforme dell’area del dente visualizzando su un piccolo monitor LCD il colore di riferimento relativamente alle scale colori inserite nella memoria dello strumento.

Gli spettrofotometri sono apparecchi che analizzano e misurano la luce che viene riflessa dal dente nello spettro completo delle lunghezze d’onda comprese nello spettro visibile all’occhio umano.

I dati rilevati dalla misurazione del colore, una volta elaborati sono utilizzabili per calcolare tutti i parametri degli spazi colore CIE (Commission Internationale del’Éclairage).

Gli spettrofotometri attualmente in commercio sono in grado di rilevare il colore delle varie aree del dente naturale e anche di quello delle ricostruzioni protesiche.

I modelli più performanti offrono letture puntiformi estremamente ridotte, alcuni offrono la possibilità di mappare il dente e altri di ottenere un modello bidimensionale del colore coprendo lo spettro visibile dall’occhio umano che va 400 a 700 nanometri.

Come per i colorimetri anche gli spettrofotometri si riferiscono a scale colori note come ad esempio la scala Vita, precedentemente descritta.

Cosa significa “flusso di lavoro digitale” in odontoiatria.

Rilevamento del colore dentale: quale metodo scegliere?

Diversi lavori scientifici concordano che il rilevamento del colore dentale dovrebbe prevedere l’utilizzo di una sistema combinato tra metodo tecnologico e quello misto.

Gli strumenti tecnologici sono molto affidabili ma non infallibili, esattamente così come lo sono il metodo combinato e quello misto tra tradizionale e tecnologico.

La combinazione del metodo tecnologico e quello misto offre le migliori garanzie di successo nel rilievo del colore.

Ultima nota fondamentale, ma non meno importante, nella riproduzione del colore è il fattore umano, artistico dell’odontotecnico che ancora oggi, nonostante la moderna tecnologia, rimane il fulcro del flusso di lavoro per la creazione del manufatto protesico.

La sua sensibilità artistica e le doti creative sono le uniche in grado di miscelare tecnica e materiali per riprodurre naturalmente un elemento dentale.

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