Ogni giorno la nostra mente viene letteralmente bombardata da stimoli visivi, questi, nel bene o nel male influenzano il nostro comportamento e l’esistenza di moltissimi individui.

Oggettivamente viviamo in un mondo nel quale i “modelli di riferimento” non sono dettati esclusivamente dalle mode ma, in buona parte dei casi, da necessità consumistiche suggerite dalle esigenze dei mercati.

Anche il settore dell’estetica e della medicina, negli ultimi vent’anni, rappresenta un mercato in forte espansione un vero e proprio ambito nel quale oggi è possibile specializzarsi. Il settore odontoiatrico non è esente dall’influenza di questi andamenti dei mercati.

Possiamo quindi affermare, con una certa sicurezza, che oggi l’estetica rappresenta un segmento di mercato nel quale il bacino di utenti è in continua espansione da tenere in considerazione.

L’estetica dentale, quella del volto e della propria persona sono diventate per tutti una esigenza vera e propria. L’estetica oggi non è più legata ad uno status symbol ma è strettamente correlata ad una visione di benessere psico fisico dell’individuo.

Nella realtà questa connessione diretta tra estetica e benessere psico fisico è stata oggetto di studi e ricerche, in ambito odontoiatrico, da alcuni gruppi di studio già negli anni ottanta e novanta. Quest’influsso psicologico è un fattore molto importante da tenere in condizione quando ci si approccia ad una riabilitazione estetica del viso e dei denti.

L’estetica è un parametro prettamente personale, ogni individuo ha un suo gusto e senso estetico. Ecco perché l’estetica, da sempre, viene definita come un criterio di giudizio esclusivamente soggettivo. Quello che piace a me può non piacere ad altri. Questo è un fattore da non sottovalutare nelle riabilitazioni estetiche in odontoiatria.

Queste premesse sono particolarmente importanti per considerare che il nostro lavoro deve essere analizzato e programmato non solo da un punto di vista clinico ma anche da un punto di vista psicologico per il paziente.

 

L’importanza dell’estetica bianca e rosa nelle riabilitazioni protesiche

Digital Smile Design, come prevedere il risultato finale in odontoiatria estetica

La tecnologia digitale, allo stato attuale dell’arte, può essere molto utile nella fase diagnostica, di progettazione e di pre-visualizzazione della riabilitazione estetica. Pensiamo alle potenzialità di coinvolgimento del paziente che può avere il Digital Smile Design.

Potenzialità che nascondono un’arma a doppio taglio per l’equipe odontoiatrica, semplicemente perché ciò che viene visualizzato dal paziente, nella fase di pre-visualizzazione del lavoro, dovrà essere realizzato in modo identico. Quello che il paziente vede è ciò che alla fine dobbiamo realizzare, senza compromessi.

Come possiamo sfruttare quelli che vengono definiti canoni estetici per l’estetica del sorriso, a cosa dobbiamo riferirci quindi? Proviamo a definire sinteticamente i punti salienti da considerare nella valutazione estetica di una riabilitazione protesica:

• Forma del dente
• Colore del dente
• Equilibrio dell’esposizione gengivale
• Posizione delle labbra
• Gestione delle simmetrie e asimmetrie della posizione dei denti

Di norma una riabilitazione protesica estetica prevede la correzione di eventuali difetti dei parametri sopra elencati ma siamo sicuri che sia sempre utile correggere tutti questi parametri seguendo gli attuali modelli standard dell’estetica?

Proviamo ora ad analizzare alcuni aspetti delle riabilitazioni estetiche per meglio comprendere come procedere negli specifici casi di elevate esigenze estetiche.

1. La prima regola è valutare se ciò che noi intendiamo come potenziale difetto estetico lo è anche per il paziente. Oggi siamo portati a “raddrizzare” gli elementi dentali, correggere forma e colore rendendoli, talvolta molto distanti dalla naturale e originaria estetica del paziente.

Un dente dalla forma allungata e una sovrapposizione di alcuni elementi del gruppo frontale possono essere un fattore caratterizzante dell’estetica di un ipotetico paziente. Snaturare questa situazione prevede una certa preparazione del paziente stesso che potrebbe accettare la nuova soluzione estetica ma, al contrario, potrebbe anche non ritrovarsi completamente con la nuova versione estetica del sorriso. Ovviamente le problematiche di malposizionamento dei denti sono da riabilitare anche con trattamenti ortodontici e protesici, qualora siano realmente necessari e si creino problemi di funzione.

Diverso è se parliamo di problemi di forti abrasioni e di usura e dei denti, in questi casi riportare alla forma naturale l’elemento dentale non dovrebbe costituire alcun problema per il paziente. Per questa tipologia di trattamenti le faccette additive provvisorie possono essere un ottimo passaggio per prevenire problemi di accettazione.

2. Il colore del dente deve essere individualizzato e contestualizzato all’interno del viso e dell’aspetto estetico complessivo del paziente. La tendenza odierna è quella di ripristinare l’estetica dentale con colori, standardizzati, sulle tonalità chiare, talvolta troppo chiare.

Il fatto che stiamo vivendo nell’era dello sbiancamento dentale non vuol dire che tutti i denti debbano essere bianchi. Certamente per alcuni soggetti sarà anche possibile procedere con una riabilitazione dal colore “A1” ma questa regola non deve valere per tutti.

Soggetti dalla non chiara e mediamente carnagione scura dovrebbero essere riabilitati con l’obiettivo di rendere il sorriso perfettamente mimetizzato nel contesto orale e del volto. Diverso è il caso di riabilitazioni estetiche nei pazienti che hanno subito terapie a base di tetraciclina, anche in questo caso il trattamento con faccette estetiche può rappresentare un’ottima soluzione.

3. La perdita di elementi dentali è la condizione per la quale l’individuo prova la maggior sensazione di alterazione estetica e d’immediata conseguenza psicologica.

A seconda della gravità delle lacune dentali è possibile intervenire in modo semplice oppure giù complesso. I singoli elementi persi possono essere sostituiti con l’inserimento di un supporto implantare con l’applicazione di una corona.

Nei casi di perdita di più elementi e di sostanza gengivale, si potrà procedere con una riabilitazione più estesa con ponti e/o corone e si dovrà procedere, qualora necessario, con il ripristino della sostanza gengivale mancante.

ricostruzioni in odontoiatria estetica.

La Protesi Fissa o Mobile nell’odontoiatria moderna

In ambito protesico fisso, nelle riabilitazioni particolarmente estese, è possibile ricostruire gli elementi dentali e anche le porzioni di gengiva. La riabilitazione estetica delle porzioni gengivali in ambito odontoiatrico, siano esse naturali che artificiali, viene definita in gergo come “estetica rosa”.

In ambito protesico fisso la riabilitazione e la ricostruzione delle porzioni gengivali, viene eseguita con compositi e ceramiche, ovviamente supportate da una struttura di sostegno.

In protesi mobile, l’estetica rosa è rappresentata dalla riproduzione della gengiva, nella sua forma e nei suoi colori. La natura è il riferimento per eccellenza. Da oltre trent’anni in protesi totale e rimovibile si procede con lo studio e la ricerca sulla colorazione delle flange delle protesi.

Le resine per protesi, oggi, sono commercializzate da diverse aziende in più colori defiti “naturali”. La miscela di resina dalle colorazioni differenti, e l’impiego di supercolori acrilici, permette all’odontotecnico di riprodurre in modo estremamente naturale le sfumature di colore delle gengive naturali. Le tecniche di colorazione interna delle flange protesiche mobili, oggi, sono quelle più affidabili e durature nel tempo. La stessa procedura di stratificazione interna è utilizzabile nella riproduzione delle gengive in composito e in ceramica, nelle riabilitazioni fisse.

Ma quanto sono visibili queste colorazioni e caratterizzazioni? Vale la pena investire tempo e denaro per conferire alle protesi un aspetto naturale?

A queste due domande possiamo rispondere in modo semplice e sintetico. Le caratterizzazioni gengivali sono da considerarsi un valore aggiunto alle nostre ricostruzioni. Non sempre l’estetica rosa è visibile attraverso il sorriso e l’espletamento della funzione fonetica. Di conseguenza si potrebbe pensare che siano inutili e superflue. Invece non è così, le protesi estetiche, siano esse fisse che mobili, oggi possono raggiungere livelli estetici difficilmente distinguibili dalla natura.

Il paziente percepisce questo aspetto come un’ulteriore “sicurezza psicologica”, nell’accettazione del dispositivo protesico. Ovvio non è così per tutti i pazienti ma nella maggior parte dei casi questo aspetto estetico può essere considerato un ulteriore fattore vincente nell’accettazione del lavoro. L’estetica non dovrebbe essere considerata un fattore di marketing ma indirettamente lo è, per questo oggi è necessario considerarne ogni aspetto nella realizzazione di dispositivi protesici dall’aspetto naturale.

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