La riabilitazione estetica del sorriso dei nostri pazienti è una delle sfide più importanti nostro lavoro.

Forse quella più intrigante, quella che può offrirci le più grandi soddisfazioni sotto il profilo professionale e, soprattutto, umano.

Il sorriso per l’individuo, oggi, non è più uno status symbol ma è diventata un’esigenza di benessere psico fisico; talvolta per omologarsi ai canoni estetici che impone la nostra società oppure, forse più semplicemente, per sentirsi bene con noi stessi.

Dell’estetica dentale, dei suoi risvolti e benefici psicologici potremmo parlarne per giorni, citando autorevoli luminari che dell’estetica odontoiatrica ne hanno fatto una ragione di vita professionale.

In questo contesto, per oggi, ci limiteremo a ribadire che una riabilitazione soddisfacente per il paziente non sempre corrisponde ai nostri canoni estetici.

L’estetica è una percezione soggettiva che non può essere uniformata. Il clinico interfacciandosi con il paziente dovrebbe interpretarne le esigenze e proporre le soluzioni più adeguate a soddisfarne le richieste per garantirsi il successo.

Il compito dell’odontotecnico è altrettanto fondamentale nella ricerca delle migliori soluzioni per la realizzazione del dispositivo protesico.

La conoscenza dei materiali e degli strumenti più adeguati alla riproduzione di un’estetica “naturale”, e individualizzata sul paziente stesso, rientrano tra le competenze di noi odontotecnici specializzati nell’estetica dentale.

Ogni riabilitazione estetica dovrebbe essere affrontata con un’attenta pianificazione e organizzazione delle procedure d’intervento, in concerto tra clinico e odontotecnico.

La scelta del materiale più idoneo alla riabilitazione estetica è un argomento di estrema rilevanza.

I materiali che si sono affermati maggiormente nei restauri estetici indiretti, come prodotti definibili “standard”, sono le ceramiche feldspatiche e le vetro ceramiche.

Questi materiali sono quelli maggiormente impiegati per le metodiche CAD/CAM, le gamme dei prodotti delle varie aziende si sono ampliate notevolmente.

Ad aggiungersi alle ceramiche dentali, oggi, sono commercializzate anche quelle che vengono definite ceramiche ibride o compositi ad elevato contenuto di riempimento per protesi definitive.

I compositi ibridi hanno una matrice in resina all’interno della quale viene inserita una carica di particelle di ceramica al fine di migliorarne le proprietà meccaniche.

La ceramica ibrida nasce dalla combinazione tra polimero e ceramica, quest’ultima garantisce una buona stabilità meccanica mentre il polimero conferisce le caratteristiche di elasticità.

All’interno di questi prodotti compositi la carica di ceramica viene inserita all’interno di un reticolo polimerico.

Il peso molecolare della ceramica è piuttosto consistente, normalmente viene caricata oltre l’80%.

Le elevate caratteristiche di elasticità di questo materiale le conferiscono una notevole predisposizione all’assorbimento delle forze masticatorie.

Le ceramiche ibride, grazie alle loro caratteristiche fisiche e meccaniche hanno una consistenza molto simile alla dentina.

Nel flusso di lavoro CAD/CAM l’elasticità del materiale consente di eseguire corone con bordi molto sottili e precisi.

 

Nel panorama dei prodotti estetici, utili alla riabilitazione estetica, troviamo i compositi.  

Questi prodotti sono ottenuti dalla ricercata combinazione di due materiali, matrice e rinforzo, due elementi dalle differenti caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche.

Lo scopo dell’abbinamento di prodotti di differente natura è quello di ricavare un materiale “finale” idoneo all’impiego nei restauri estetici e funzionali.

La matrice definisce la tipologia di composito, fondamentalmente suddivisi in tre categorie ben distinte:

– PMC (Polymer – Matrix Composite), sono compositi a matrice polimerica. Normalmente sono di natura termoplastica come il PA, PEEK e PP, alternativamente possono essere termoindurenti come ad esempio le resine epossidiche. 

– MMC (Metallic – Matrix Composite), sono compositi a matrice metallica come Alluminio, Titanio oppure leghe di vario genere.

– CMC (Ceramic – Matrix Composite), raggruppano i compositi a matrice ceramica tipo C buro di Silicio oppure, in alternativa allumina.

Le corone integrali, gli intarsi o le faccette sono tutti dispostivi protesici che possono essere realizzati con differenti materiali.

Qualunque materiale venga impiegato nella costruzione dei nostri manufatti deve corrispondere a specifiche caratteristiche di estetica e di resistenza nelle fasi di funzione masticatoria.

Le faccette o le corone in ceramica dentale vengono realizzate in laboratorio con differenti tecniche di produzione. Le faccette estetiche in composito, invece, possono essere costruite e fissate direttamente, con specifici adesivi, dal clinico nello studio odontoiatrico.

Le faccette in composito possono essere costruite e fissate direttamente dall’odontoiatra senza doversi avvalere dell’ausilio della figura dell’odontotecnico.

ricostruzioni in odontoiatria estetica.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei due materiali più utilizzati in odontoiatria estetica, la ceramica e i compositi?

Vantaggi della ceramica:
Esteticamente ha un’ottima profondità di luce e colore. Non vira cromaticamente con il passare del tempo. È molto resistente all’usura, se correttamente adattata alla funzione occlusale del paziente. Le corone in ceramica hanno una buona precisione, specie se realizzate con le nuove tecnologie digitali.

Svantaggi della ceramica:
La ceramica se non trattata correttamente può scheggiarsi o peggio, fratturarsi. Non è possibile riparare la ceramica, eventuali incrinature o fratture richiedono, quasi sempre, il rifacimento della corona stessa.

Vantaggi dei compositi:
In base al materiale di riempimento possono evidenziare una buona resistenza all’usura e di sopportazione dei carichi masticatori.
Sono utilizzabili per diverse tipologie di restauri, dalle corone alle faccette per arrivare alle otturazioni.
Nel caso di fessurazioni o fratture possono essere riparati direttamente.

Svantaggi dei compositi:

Il principale svantaggio dei compositi è riscontrabile nella retrazione da polimerizzazione.

Impianti dentali

Il composito, come scritto in precedenza, è costituito da una serie di componenti che amalgamati tra loro conferiscono caratteristiche fisiche e cromatiche che lo rendono molto adatto per l’utilizzo nelle riabilitazioni estetiche.

Il composito ad uso odontoiatrico, normalmente, è costituito in gran percentuale (circa l’80%) da sostanze definite riempitivi, quali il quarzo vetro o ceramiche e per circa il 15 – 20% da resine e materiali acrilici.

Inizialmente utilizzato per le riabilitazioni estetiche del gruppo anteriore, oggi è impiegato anche nei quadranti posteriori.

Nel corso degli anni, i materiali compositi, hanno subito uno sviluppo tale, in termini di caratteristiche fisiche, tali da poter sopportare lo stress dinamico dei carichi masticatori.

Grazie alle sue caratteristiche di plasticità, il composito, da diversi anni, ha sostituito l’amalgama dentale nelle otturazioni e negli intarsi.

Oggettivamente, i nuovi compositi hanno raggiunto notevoli traguardi di affidabilità e di estetica.

Più estetici di un tempo, possono essere paragonati ai canoni estetici della ceramica, e dal punto di vista funzionale hanno quasi azzerato completamente il problema dell’abrasione e dell’usura.

Infine, ma non per importanza, i compositi sono riparabili direttamente senza implicazioni e interventi di rifacimento dell’intero lavoro.

Unico neo, o difetto che dir si voglia, è la minima retrazione “fisiologica” in fase di indurimento. Un coefficiente di retrazione che può arrivare sino a 3%. Un unico svantaggio per un materiale estremamente versatile.

Come abbiamo visto la scelta del materiale adatto ai restauri estetici è un fattore sostanziale nella programmazione di una riabilitazione.

L’odontotecnico e l’odontoiatra hanno un ventaglio di scelta piuttosto ampio che, a seconda della tipologia di restauro, può farli propendere per un materiale piuttosto che l’altro.

Oggi la scelta del prodotto più adatto non è più, solo ed esclusivamente, influenzata dal fattore economico ma è definita in base alle esigenze del caso clinico da affrontare.

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